Eroi tra noi - Emilio Tringali

31.03.2025

Intervista con Emilio Tringali

1. Ci siamo conosciuti nel 2023, quando ci siamo incontrati per la prima volta durante il nostro viaggio in Sicilia. Ci hai dedicato il libro Sbirromafia 1. Come hai fatto a scoprire e scrivere sul cosiddetto argomento tabù chiamato mafia?

Emilio: Da adolescente ho svolto attività sociali di lotta alla mafia aderendo alla federazione dei giovani comunisti. Poi nel Partito Comunista Italiano. Fui consigliere di circoscrizione (consiglio di quartiere) del comune di Vittoria. Ma entrai subito in conflitto con la politica. Nel 1999 ebbi la prima minaccia anonima, una cartucciera davanti all’ingresso di casa. Lo denunciò pubblicamente lo scrittore Carlo Ruta, con cui collaboravo in quegli anni.

2. Wow, quindi hai altri due libri pieni di prove e connessioni. Tuttavia, pochi si rendono conto che per ottenere ciò che hai veramente rivelato, hai dovuto sacrificare molto. Come si svolge una giornata tipo di Emilio Tringali?
Emilio: Dal 2019, dopo l’esplosione dell’automobile, mentre la guidavo, la vita non è più la stessa. Vivo barricato in casa. Devo stare molto attento e provvedere da me a proteggere anche i miei familiari. Ho dovuto lasciare la periferia per andare ad abitare in centro in un quartiere con parecchi pregiudicati, vicini sottoposti a controllo di polizia, così approfitto della loro sorveglianza, che arriva a qualsiasi ora, senza preavviso. Le autorità non mi hanno mai riconosciuto il pericolo che corro, nemmeno a seguito di minacce anonime scritte sui social network. Sono per loro solo uno scrittore che infastidisce. I fatti, nel tempo, hanno dimostrato, invece, che la sbirromafia esiste, da Gela a Milano, e che a condurla sono dirigenti di polizia, anche in pensione, che utilizzano il sistema informatico del ministero degli interni. Gli altri loro colleghi, chi per paura o per quieto vivere, fanno gli indifferenti. Lasciano fare, tradendo il giuramento alla Patria.
3. Come parte della vostra lotta, avete dovuto affrontare un problema ecologico estremamente complesso nella vostra città di Vittoria. Solo nel 2023 abbiamo potuto constatare quanto sia folle l'inquinamento attorno alla discarica della città di Vittoria. Come si è sviluppato questo problema ecologico e le persone responsabili lo stanno risolvendo?
Emilio: In Sicilia c’è molta ignoranza. Non è un problema legato all’istruzione scolastica ma alla mentalità ottusa. Il popolo ha continuato a sostenere i mafiosi partendo dal presupposto che lo Stato non ha mai fatto niente di buono per i siciliani, cosa che in parte è vera. Ma la vera iattura è stata, in periodi particolari, la magistratura locale, kafkiana e legata ai poteri forti. Un feudo a parte in una zona franca, la provincia di Ragusa, dove i giornalisti vengono ammazzati o perseguiti per inesistenti crimini di opinione. Da Spampinato a Ruta e, perché no, me stesso, nel mirino di una procura che si vendica di un giornalismo d’inchiesta che svela quanto questo territorio sia una centrale del terrorismo fascista e degli investimenti mafiosi. Non scordiamoci che l’esplosivo per la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia passò per Pozzallo (Ragusa). Figuriamo, quindi, per i rifiuti, considerati erroneamente, meno pericolosi di altri fattori. Colpa anche di una stampa al servizio del potere.

4. Proprio come io ho Michaela al mio fianco, anche tu hai una donna importante al tuo fianco. Quanto è importante per te avere qualcuno su cui contare nella vita e soprattutto che creda in te?
Emilio: Sono stato rinnegato da buona parte della mia famiglia, specie quella che porta il mio stesso cognome. Nel 2020 la mia compagna mi chiese di scegliere. Scelsi quello che sono oggi. Vivo in un pesante isolamento e con difficoltà di ogni tipo. Ma, benché stressato, c’è in me una felicità indescrivibile. Sono un uomo a testa alta tra mezzi uomini piegati per comoda scelta. Nel mio percorso contro il sistema ho la fortuna di conoscere persone meravigliose che altrimenti ne avrei ignorato l’esistenza. Con loro, malgrado le distanze, combatto battaglie memorabili, osando sfidare i potenti criminali travestiti da autorità.
5. Ti conosco come un grande guerriero e una persona indistruttibile. Oggi però vogliamo parlare di argomenti positivi. Cosa ti rende felice e qual è il tuo obiettivo nella tua lotta?
Emilio: La ricerca della verità è l’obiettivo, la realizzazione della giustizia è la felicità. Aggiungo: il senso della vita, che è la vita stessa, ogni attimo strappato all’inesorabile morte. La sopravvivenza dell’etica inventata dall’uomo, avversa alla feroce regola del più forte della natura. La felicità è dunque trasformare la morte in vita, in una lotta infinita contro il male, la bellezza, che è la contemplazione e la preservazione del bello, l’armonia delicata della gentilezza e dell’amore, la saggezza del costruire l’evoluzione dell’essere umano verso la più ampia coscienza e consapevolezza.
6. Emilio, grazie per il tempo e l'energia che dedichi ad aprire gli occhi di tutti noi. La mia ultima domanda va dritta al punto: quando ci rivedremo per un buon gelato?
Emilio: Cara Michaela e caro Pavol, non posso lasciare la mia trincea per venirvi a trovare. Il caldo è qui in Sicilia, come anche il buon gelato. Vi aspetto. Un grande grazie e un grandissimo abbraccio.

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