Il 27 febbraio 2024

10.10.2023

Il 27 febbraio 2024, a Napoli, il magistrato di Avellino Lorenza Recano dovrà rispondere del presunto depistaggio ai danni dell'avvocatessa Tiziana Teodosio, alla quale hanno sequestrato i figli e rubato un quadro di inestimabile valore

Citato per falso il Pubblico Ministero, accusato di "FALSO", ex art 221 cpc.
Francesco Bongiovanni querela per falso il PM Recano Lorenza del Tribunale di Avellino e chiama come testimoni i residenti in Montoro, e tutti coloro che possono testimoniare che l'Avv. Teodosio Tiziana viveva regolarmente con i propri figli nel palazzo di famiglia, prima di essere lasciata fuori, proprio il 29 Marzo 2021, dopo essersi recata a Catanzaro per una SIT come avvocata, presso la procura della Repubblica retta, in quel tempo, da Nicola Gratteri.
Il processo inizia il 27 febbraio 2024 davanti al giudice civile del Tribunale di Napoli.
Per avergli archiviato una decina di querele contro gli autori della presunta violenza in famiglia e sequestro di minori con vittima l'Avv. Tiziana Teodosio, il ricercatore Francesco Bongiovanni ha querelato per il reato di falso, il Pubblico Ministero Lorenza Recano, e per dimostrare le gravi accuse contro il magistrato, ha citato una ventina di testimoni, oltre ha prodotto prove documentali e presuntive.
Il processo si celebra al Tribunale Civile Napoli il 27 febbraio 2024. Bongiovanni sostiene che il Pubblico Ministero Recano non solo ha falsamente detto che non sussistevano i requisiti per incriminare i torturatori della Tiziana Teodosio e sequestratori dei figli di lei, ma che componendo atti falsi, ha inviato tali atti inopinatamente al tribunale dei minori di Napoli, che ha usato tali atti falsi per accusare la madre di abbandono di minori e insabbiare le richieste della madre di incolpare di sequestro di minore gli autori.
Ma la vicenda si complica ulteriormente a seguito della scomparsa di un dipinto del Tiziano Vecellio, la celebre Danae, sparito nel momento in cui l'avvocatessa Tiziana Teodosio è stata lasciata fuori casa. Nonostante le molteplici denunce, la PM Recano non solo non ha effettuato alcuna indagine, ma ha anche incolpato il Bongiovanni di eccesso di difesa, basandosi su una richiesta del nucleo investigativo dei Carabinieri di Avellino, che, come sostiene il Bongiovanni, è stata trasmessa ai magistrati per insabbiare le sue denunce. Inoltre, in maniera strumentale, è stato chiesto Carabinieri addirittura al sindaco di Montoro di firmare un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) con cui disporre il suo ricovero coatto. Se non lo si è capito volevano far dichiarare l'avvocatessa non in grado di intendere e di volere, per chiederne l'interdizione, per dimostrare, del tutto ingiustamente, che è pazza. Per fortuna quel TSO non è stato firmato dal sindaco del suo paese.
La verità, sostiene il Bongiovanni, è che quel preziosissimo dipinto di Tiziano Vecellio, dal valore inestimabile, sembrerebbe che sia finito nelle mani della camorra di Casal di Principe .
Inoltre altro caso strano, è che la querela di falso ex art. 221 cpc, è finita per essere trattata, nella sezione esecuzioni del tribunale civile di Napoli, e non nella sezione 1 famiglia, trattandosi di violenza in famiglia, non si riesce a capire cosa c'entra la sezione civile esecuzioni del Tribunale.
La avvocata Tiziana Teodosio, anche per tale causa di incompetenza e assegnazione a sezione errata, ha presentato per conto di Bongiovanni, il 29 settembre 2023, ricorso al TAR di Napoli, lamentando la mancanza di trasparenza degli atti del Tribunale di Napoli, e la mancanza dell'albo pretorio; tanto che dopo il ricorso è stato istituito in data 04 ottobre con visibilità di tutti gli atti della presidenza del tribunale.
Per finire sembra che la PM Recano abbia anche inviato atti, alla Procura della Repubblica di Napoli, dove contesta il Bongiovanni che sono andati assegnati, per attuare una persecuzione prestabilita a tavolino, pur non avendone la competenza per materia, nelle sezioni della procura della repubblica di Napoli, presiedute di volta in volta, dal procuratore Vincenzo Piscitelli, che senza esistenza di reati e quindi su prove false ha aperto procedimenti penali contro lo stesso Francesco Bongiovanni.
Bongiovanni si è fatta una sua idea sull'avversione nutrita da Recano e Piscitelli nei suoi confronti. Bongiovanni spiega che da quando ha iniziato a fare il ricercatore (di giustizia) cerca di seguire alla lettera il pensiero del procuratore Gratteri, magistrato che lotta tutti i giorni contro la 'drangheta, e che da poco è stato nominato Capo a Napoli.
Gratteri sostiene che attorno al tavolo per decidere il destino delle città siedono mafiosi, politici, massoni e anche magistrati.
Ebbene Bongiovanni si vanta di essere un seguace del procuratore calabrese e come tale vorrebbe esercitare liberamente l'attività di "cacciatore" di affiliati alle Logge massoniche deviate e di sodalizi criminali.
Una battaglia che lui vorrebbe condurre ad Avellino e Napoli, per evitare che si ripetano casi incresciosi come quelli continuamente scoperti in Calabria dal Procuratore Nicola Gratteri. Ma fino a quando ci sarà Recano alla Procura di Avellino e Piscitelli a quella di Napoli, difficilmente riuscirò a svolgere la mia attività di indagine dentro il Tribunale, perché tali Pubblici Ministeri non vogliono che io svolga questa mia crociata contro il malaffare che c'è dentro i due Palazzi di giustizia".
Nelle sue battaglie giudiziarie Bongiovanni è difeso dall'avvocato Tiziana Teodosio del Foro di Avellino.