La "patata" sbollentata dello scandalo di Passo Scarparo finisce sui giornali.
ORA ANCHE GLI AMBIENTALISTI
La "patata" sbollentata dello scandalo di Passo Scarparo finisce sui giornali. Certamente sarà anche alimento per la campagna elettorale delle europee. Un fattaccio noto alle autorità già dal 2021 che realizzò il sequestro del 21 ottobre di quell'anno. Dov'è l'inghippo?
Le complicazioni sono tre. La prima, ad affittare i locali alla ditta dei rifiuti fu il tribunale, una "parentopoli". La seconda, che tra i soci figura una giovane siracusana figlia di un grosso dirigente pubblico regionale del settore. La terza, che i fatti porterebbero ad un'altra operazione losca nel territorio comisano. Ciò che non si spiega sono i tre anni di inerzia delle autorità. A Passo Scarparo si consumò un reato di traffico illecito di rifiuti operato da una rete composta da decine di soggetti in più regioni d'Italia. Qualcuno provò a replicare il disastro di Licata, appiccando il fuoco, prontamente segnalato e scongiurato da Vigili del Fuoco il 22/10/23, gli stessi che avevano avvertito l'autorità giudiziaria del pericolo costante e grave di incendio già nel finire del 2021. Cosa o chi frena la verità?
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