“Sbirromafia”
"Sbirromafia" rileva le connessioni tra …
SISTEMA MONTANTE E DELITTO EMMANUELLO
Giugno 22, 2023
Di Emilio Tringali. "Sbirromafia" rileva le connessioni tra …
SISTEMA MONTANTE E DELITTO EMMANUELLO
Fin quando non sarà scoperchiata la vera matrice del sistema Montante si perderà solo tempo. Chi c'era dietro il finto paladino della legalità di Confindustria? Nelle puntate di "Report" dedicate al "sistema", davvero lodevoli, c'è, però un pizzico di quel limite tipico del modus italiano nell'indagine giornalistica, magari viziato dalle caratteristiche dell'aspettativa del pubblico. Sfugge così l'accademico metodo della ricerca dei fatti senza fini precostituiti, senza la faziosa ricerca esclusiva di prove che servono, a tutti i costi, per avvalorare un preconcetto radicato. Tra giornalismo e spettacolo, tra esigenza di share e verità, si allenta il sacro principio che il racconto giornalistico non è un prodotto bensì un servizio. Poi, ci sono quei sentieri mimetizzati, determinanti, che non si possono assolutamente toccare. per cui, il male di questa nazione è, verosimilmente, inconfessabile e inidentificabile. La trattativa del generale Mori e la sua posizione sono opinabili sotto il profilo etico, ancora prima di quello penale, ma non rappresentano in sé il fatto cruciale, che invece risiede nelle decisioni assunte e riportate nella intercettazione telefonica più famosa e preclusa alla conoscenza del popolo italiano. Mori, da disciplinato militare, non poteva fare riferimento ai contenuti di essa. Qui sta il tutto. Poi c'è la dissimulazione pregnante che utilizza il gossip della latitanza di Messina Denaro, che purtroppo copre e oscura il "caso Montante", pur essendo, questo, il più inquietante intrigo italiano, romanzato, snaturato e reso quasi grottesco da una stampa col guinzaglio padronale e politico. Ci si dimentica, quindi, di approfondire sui rapporti tra Montante e cosa nostra, che ha un preciso fulcro, Gela, la cittadina del petrolchimico, il laboratorio del "megafono", la palestra della "Stidda" e della "operazione Crocetta" (che non è uno sbiancamento chirurgico), il lancio di una formula di potere a coniugare capitali ed interessi, quelli di un'affamata Confindustria, di una desiderata montagna di soldi, pazienza se olezzosi di merda, di una classe politica disperata, di massoneria istituzionale sempre disponibile. A ciascuno il suo compito. A Confindustria quello di cavalcare l'antimafia delle associazioni sponsorizzate, alla politica di galvanizzare gli accordi. Cosa nostra si riassetta e si accomoda nei salotti buoni, seguita a vista dai servizi segreti. La strategia si evidenzia e si concretizza negli stessi giorni dell'omicidio di Daniele Emmanuello, che coincidono sorprendentemente. In quel fine di anno 2007, tra novembre e dicembre si susseguono gli eventi di uno stesso oroscopo già scritto. Una sinfonia con appalto, un cambio di boss reggente, il lancio della "rivolta degli industriali siciliani al pizzo" al Biondo di Palermo, la fine di Emmanuello. E di quei giorni, il diario di Montante ne rivela tutta la sua massima attenzione. Sa evidentemente del blitz al latitante. Ne incontra i comandanti in novembre, qualche settimana prima. Infine, il 3 dicembre annota nel taccuino l'esito dell'esecuzione (il solo fatto di sangue riportato in tutti i tanti anni di note in agenda) e l'appuntamento in procura con Vecchio e Marino, a mezzogiorno. Sta supervisionando. Non solo è di casa nei palazzi giudiziari nisseni, ma provvederà, successivamente, a favorire i parenti dei protagonisti del blitz, fatti confermati dall'indagine della squadra mobile di Caltanissetta su richiesta del procuratore Bertone.
C'è, allora un nesso tra "sistema" e "blitz"? Ma certo.
Angelo Ruoppolo, giornalista, accorso a Villapriolo la stessa mattina, non si ingannò un attimo e paragonò la scena del delitto ad una rappresentazione cinematografica, simile a quella del blitz al bandito Giuliano. Piuttosto, la "piena luce" sbandierata dalle autorità politiche e istituzionali non arrivò mai e la precisa dinamica degli eventi, a tutt'oggi, resta un mistero.